Complici l’inquinamento acustico e l’abuso delle cuffiette per sentire la musica. Ma il pericolo è sottovalutato e l’udito dei giovani è sempre più a rischio.
L’invecchiamento della popolazione a livello mondiale porta con sé una percentuale sempre più alta di persone con sordità. In Italia ne soffre il 12,1%, ovvero circa 7 milioni di persone, delle quali il 50% ha più di 80 anni. Ma le prospettive parlano di 8 milioni entro il 2025 e tra i 10 gli 11 entro il 2050.
Quello che preoccupa di più è, però, lo stato dell’udito dei giovani, con un aumento della sordità del 4,8%, anche nella fascia d’età tra i 12 e i 35 anni: la causa principale è lo stress uditivo a cui vengono sottoposte le orecchie.
Moltissimi, infatti, col passare degli anni potrebbero riportare danni a causa della musica ascoltata con le cuffie o dell’audio elevato dei locali notturni, ma ne sono del tutto inconsapevoli. L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha stabilito che l’audio in cuffia non dovrebbe superare i 60 decibel, mentre 90 decibel è il limite da non superare mai (in discoteche si raggiungono i 115): numeri che pochi conoscono, con potenziali gravi conseguenze.
L’eccesso di rumore è, in realtà, una parte integrante dell’inquinamento ambientale. Altri rumori pericolosi, infatti, sono quelli delle fabbriche e dei luoghi di lavoro, del traffico, il ronzio degli elettrodomestici.
La continua esposizione al rumore eccessivo non danneggia solo l’udito. A lungo andare può provocare altri effetti nocivi sulla salute come irritabilità, disturbi del sonno, problemi cardiovascolari e all’apparato gastrointestinale, alterazioni del sistema nervoso. La buona notizia è che la metà dei casi di problemi all’udito può essere prevenuta. Per questo è importante sensibilizzare tutti, soprattutto i giovani, sull’importanza di un ascolto consapevole.
Il danno potenziale all’udito derivante dal parlare al cellulare è anche legato all’ascolto dei suoni ad alto volume. In considerazione di tali rischi, alcune case produttrici di telefoni cellulari hanno creato dispositivi integrati che limitano l’emissione sonora tenendo sotto controllo l’audio e, contestualmente, informano che, se si supera volontariamente la soglia massima consigliata, possono verificarsi danni all’udito.
FONTE bimbisani&belli